Lei è la compagna di un mio cliente. Mi contatta per raccontarmi che dauna settimana non riesce più a dormire a causa di un contratto che ha firmato.
Sembrava tutto regolare e non si è accorta di nulla, almeno finché il rappresentante non le ha richiesto un acquisto di €6000.
Allora ha pensato di fare causa e le sono venuta in mente io.
Il diritto di recesso scade proprio quel giorno, a mezzanotte. Piccolo particolare: quando si confronta con me sono già le otto di sera. Panico.
Sono appena tornata da Milano, reduce da una giornata intensa per seguire una successione.
Mollare il colpo non è da me, nonostante la stanchezza.
Prendo quindi in mano la situazione e mi faccio mandare le copie dei documenti in oggetto. Insieme al collega che si occupa di recupero creditili leggiamo tutti, riga per riga.
Riusciamo a trovare la pec e inviamo subito comunicazione di recesso.
Ore dieci e cinquanta: missione compiuta. E con anticipo.
Lei è scoppiata a piangere per la gioia e il senso di liberazione. Io sono andata a dormire con il sorriso sulle labbra.